Io le dissi ridendo -Ma signora Aquilone, non le sembra un po' idiota questa sua occupazione?
Lei mi prese la mano e mi disse -Chissà? Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà.

lunedì 1 agosto 2011

Mai senza patata

Più che un doppio senso, un senso unico di siffrediana memoria.
Ma pure fuor di metafora, ditemi voi se si potrebbe vivere senza patate, uno dei motivi per cui sono più grata a Cristoforo Colombo di essersi imbarcato per quel viaggio assurdo.
Patate fritte, ovviamente, a fiammifero, a disco, a tocchetti. Patate al forno (non meno gustose). Crocchette di patate (gialle o verdi, con o senza ripieno). Gnocchetti di patate. Zuppa di patate. Tortini e soufflè di patate. Purè di patate. Patate bollite, calde, fredde, con buccia, senza. Patate al cartoccio (magari con cuore di olio aromatico). Mi è impossibile immaginarmi senza.
Ed ecco a voi un'altra superba interpretazione di Sua Maestà La Patata: la pasta lievitata, un prodotto culinario altamente versatile, che si presta addirittura per preparazioni dolci. Devo questa ricetta preziosa ad uno dei più fecondi corsi di cucina fatti dalla Lisa (scuola di cucina il Girasole).
Vi occorrono:
530 g di farina 0 (qualcosa di più circa per impastare),
230 g di farina di grano duro (o manitoba, o anche un insieme delle due)
450 g di patate
400 g di acqua (circa)
120 g di olio d'oliva
un cubetto e mezzo di lievito di birra
4 cucchiaini di sale
un pizzico di zucchero

Per prima cosa pelate e riducete le patate a cubetti e cuocetele a vapore.
Il bambino di pane dopo un'ora di lievitazione
Sciogliete il lievito in metà dell'acqua col pizzico di zucchero. Come si sa i lieviti in questo modo "mangiano" lo zucchero e si attivano velocemente. Va evitato al contrario il contatto diretto fra lievito e sale, perchè quest'ultimo inibisce la lievitazione.
Mescolate le farine con il sale formando la classica fontana. Create un buco nel mezzo in cui inserirete le patate lesse schiacciate (con l'apposito attrezzo o anche coi rebbi di una forchetta). Iniziate a versare l'"acqua lievitata" e ad impastare aiutandovi con una forchetta. Aggiungete l'olio e il resto dell'acqua: regolatevi con la quantità in base a quanta ne assorbe la farina, il chè dipende anche dall'umidità dell'aria. Una volta ottenuto un impasto coeso, morbido e piuttosto appiccicoso, formate una palla e lasciate lievitare per un'ora circa in una terrina che sigillerete con la pellicola trasparente lasciando però uno sfiato per l'aria. Il volume dovrà raddoppiare.
A questo punto sgonfiate il vostro bambino di pane, impastate ancora un po' aiutandovi eventualmente con farina aggiuntiva e/o ungendovi le mani. Non temete: l'impasto appiccica, è normale, ma con un po' di pazienza riuscirete a domarlo. Ora avete tre alternative, una delle quali declinabile in decine di versioni.
Gnocco con passata di pomodoro e romsmarino
1) Gnocco al forno. Spiaccicate con le mani su una teglia l'impasto. Non è necessario, e praticamente impossibile, tirarlo con la cannella. Con queste dosi riempirete una teglia da forno. Potete lasciarlo nudo ed eventualmente farcirlo all'interno con quel che vi piace a mò di panino a cottura ultimata oppure impreziosirlo di origano, pomodorini, aglio, rosmarino, pancetta, grana, cipolla, passata di pomodoro, insomma qualsiasi cosa la fantasia vi suggerisca. Cuocete a 180° per mezz'ora.
2) Paste fritte. Per questa preparazione potreste avere bisogno di ulteriore farina nella fase di impasto, perchè dovrete ottenere un composto che si possa tirare con la cannella. Una buona idea può essere anche quella di diminuire l'olio di 50 g. Quando lo avrete, fatelo e tirate la pasta di circa 7 mm di spessore. Ricavate delle strisce irregolari, ponetele ben distanziate su un canovaccio e lasciate lievitare fino a che diventano spugnosi. Friggete poi in olio prondondo non troppo caldo. Accompagnate con salumi, sottaceti, pomodorini, mozzarelle, o anche nudi e crudi (anzi fritti).
3) Ciambelle dolci. Idem come sopra per l'impasto, ma in questo caso formate delle palline che bucherete al centro e modellerete a ciambella. Dopo la lievitazione, friggete e ricoprite di zucchero semolato.

Nessuno penserà che le patate abbiano a che fare con queste preparazioni, e invece le maliarde ci sono eccome e anzi sono proprio loro a conferire ad esse una poetica morbidezza!

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