Io le dissi ridendo -Ma signora Aquilone, non le sembra un po' idiota questa sua occupazione?
Lei mi prese la mano e mi disse -Chissà? Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà.

lunedì 25 febbraio 2013

La vittoria di Re Travicello

Ognuno sa quanto sia apprezzabile, per un principe, essere leale e vivere con onestà, non con l’inganno. L’esperienza dei nostri tempi ci insegna tuttavia che i principi, i quali hanno tenuto poco conto della parola data e ingannato le menti degli uomini, hanno anche saputo compiere grandi imprese e sono alla fine riusciti a prevalere su coloro che si sono invece fondati sulla lealtà.
Dovete dunque sapere come ci siano due modi di combattere: l’uno, con le leggi; l’altro, con la forza. Il primo modo appartiene all’uomo, il secondo alle bestie. Ma poiché molte volte il primo modo non basta, si rende necessario ricorrere al secondo. È pertanto necessario che un principe sappia servirsi dei mezzi adatti sia alla bestia sia all’uomo.
Un signore prudente, pertanto, non può né deve rispettare la parola data se tale rispetto lo danneggia e se sono venute meno le ragioni che lo indussero a promettere. Se gli uomini fossero tutti buoni, questa regola non sarebbe buona. Ma poiché gli uomini sono cattivi e non manterrebbero nei tuoi confronti la parola data, neppure tu devi mantenerla con loro.
Gli uomini sono così ingenui e legati alle esigenze del momento che chi vuole ingannare troverà sempre chi si lascerà ingannare.
(Niccolò Machiavelli, Il Principe - capitolo 18)

Anno 1513.
Cinque secoli ed è ancora così.
Lo votano perchè è ricco. E' un manager. E' un uomo di successo. E' circondato di belle donne. Possiede una squadra di calcio. Possiede ville in ogni dove. Possiede i canali televisivi con Barbara D'Urso e Maria Di Filippi. Racconta le barzellette. Prende per il culo le donne brutte. Lusinga quelle belle. Fa il trapianto di capelli e la dieta tisanoreica. E' imputato in decine di processi ma tanto alla fine la spunta sempre.
Lo votano perchè straparla. Spara, e più la spara grossa e più se ne parla. E più se ne parla e più lo votano. Perchè per delle menti semplici e sguarnite basta dire una cosa perchè questa sia vera.
Basta un pezzo di legno lanciato in uno stagno, un travicello che galleggia impassibile, perchè un branco di rane lo elegga a indiscusso sovrano.
E brave rane, ranocchie e rospi italiani, avete consegnato di nuovo lo stagno a Re Travicello!

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domenica 24 febbraio 2013

AAA Cercasi principe blu oltremare

Azzurro non lo voglio.
L'azzurro è indefinito, indeciso, non sa cosa essere: blu o bianco? e perchè no? a tratti potrebbe essere interessante sembrare pervinca o lilla.
Non voglio un principe a tinte pastello.
Sì, lo so, sono rilassanti, luminose, ariose. Questo lo dicono in molti, e infatti molti dipingono le pareti di casa di rilassanti e luminosi giallini rosini azzurrini. Le mie pareti non sono in colori pastello.
Lascio alle principesse rosine i principi a tinte pastello. Il mondo ne è pieno. Anzi ho idea che la maggior parte, principi e rospi in età da moglie, continuino ad essere a tinte pastello. Principesse rosine siete fortunate, la vostra ricerca non sarà lunga e in tanti risponderanno al vostro annuncio.
Io però voglio un principe blu oltremare.
Indubitabilmente, francamente, esplicitamente blu.
E non un blu qualsiasi. Tonalità oltremare. Quella dei viaggi, dei sogni, degli ideali. Quella della stella polare che anche la notte la vedi chiara all'orizzonte, a dirti pacifica che quella è la direzione. 
Certo anche lui sarà stato azzurro un tempo, ma io voglio che arrivi da me decisamente blu. Profondo, accogliente, suggestivo, stabile. Non statico, leggete bene principi: stabile. Ammessa, anzi gradita, qualche increspatura, anche giornate di cavalloni, ma con la certezza che qualche metro più in giù tutto è sereno, equilibrato, pacifico, noto: stessa temperatura, stesso colore, stessa salinità. Sempre.
E che lasci parcheggiato al castello il cavallo bianco. Io voglio un principe che arrivi a piedi, sulle sue di gambe. E chissà da dove, chissà da quanto era in marcia. E quante volte è caduto, non ha saputo dove andare, ha sbagliato strada, soprattutto quando ancora era azzurro. Ma adesso è blu e se sbaglia strada se ne accorge presto e sa trovare da solo la via del ritorno.


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sabato 23 febbraio 2013

Chissa che cada a pezzi l'universo

Piccolo amore piccolo amore
che pena quelli con un grande amore
quelli con la pistola in mano
se guardi un altro oppure ci lasciamo
che bella novità
la prossima carezza che verrà
Piccolo mondo
dove ti prendo
e piccolo tornare sorridendo
piccolo letto
dove puoi dormire
che è un altro modo poi di far l'amore
e stare insieme a te
con tutta la dolcezza che c'è in me

Ma in fondo son parole
che il giorno che ti ho perso
chissà che cada a pezzi
l'universo
e non farei che dire
e non saprei che fare
di tutti i giorni che ti ho detto amore


Di tutti i giorni che ti ho detto amore
di tutti i giorni che ho pensato amore
di tutti i giorni che ho inventato amore
sognato amore
cantato amore
di tutti i giorni che ti ho detto amore
di tutti i giorni che ti ho scritto amore
piccolo amor non c'è niente al mondo
più grande in fondo
di questo amore

Che piano piano muove i tuoi capelli
e si risveglia nei tuoi occhi belli
e che ogni giorno come fosse il primo
si guarda intorno come un bambino

Piccolo amore
piccolo amore
che bravi quelli con un grande amore
verrà l'inverno e chi ci vuol male
per noi non sarà niente di speciale
e se ci lasceremo
sarà per poco sai
ci rivedremo

Ma queste son parole
che il giorno che ti ho perso
chissà che cada a pezzi l'universo
e non farei che dire
e non saprei che fare
di tutti i giorni che mi hai detto amore

Di tutti i giorni che ti ho detto amore
di tutti i giorni che ho pensato amore
piccolo amore non c'è niente al mondo
più grande in fondo
di questo amore
che muove l'aria e muove i tuoi capelli
e si risveglia nei tuoi occhi belli
e che ogni giorno come fosse il primo
si guarda intorno come un bambino.

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mercoledì 13 febbraio 2013

Giorno 10. Quando la cosa non la fai bensì ti capita

Questo è il momento più sereno da quando ho cominciato il gioco di almeno una cosa.
E con momento intendo serie di istanti in cui sto battendo i tasti della tastiera. Fra qualche altra manciata di istanti il mio umore potrebbe cambiare. Ma è da almeno due ore che la serenità la sta spuntando e quindi, diamole fiducia.
Ho cominciato questo gioco imponendomi di fare ogni giorno almeno una cosa che portasse positività nella mia giornata. Oggi a rigore ho contravvenuto alla regola, perchè la cosa che in assoluto mi ha portato più positività non l'ho fatta, ma mi è capitata.
Una piccola, semplice cosa. Questa mattina, come ogni mattina, sono andata a scuola a lavorare. Scuole diverse ogni mattina, da "insegnante a gettoni" quale sono. Un progetto di educazione ambientale sull'energia e il risparmio energetico in una quinta elementare.
L'attenzione, la curiosità, l'entusiasmo di quei bambini sconociuti ha fatto per me quanto nessuna delle altre cose positive che avevo fatto in questi giorni era riuscita a fare.
Uno su tutti. Al termine della lezioni un bimbo mi si è avvicinato e con tutta la naturalezza del mondo mi ha detto: grazie, mi hai insegnato tante cose nuove

Alle salse di Nirano, intorno ai conetti di argilla e acqua salmastra, solo una pianta, anonima e senza pretese, riesce ad attecchire e a crescere, la Puccinellia fasciculata. Lei è l'unica che non si cura dell'aridità di quel terreno, anzi per lei è il migliore di tutti perchè le altre piante non si sognano nemmeno di provare ad avvicinarsi.  
Oggi il primo ciuffo di Puccinellia è spuntato anche per me. O forse è solo il primo che vedo. Quindi a ben pensarci almeno una cosa l'ho fatta anche oggi.

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martedì 12 febbraio 2013

Almeno una cosa. Giorno 9

Il festival di Sanremo.
Nonostante Berlusconi, il papa, la neve, lui è lì e questa sera apre i battenti.
Non piace mai a nessuno ma ho l'impressione che tutti lo guardino almeno un pochino. Io lo guardo e lo confesso. Magari non fino alla fine, certo non tutte le puntate, ma a me piace, sin dal lontano 1989 quando...ti lascerò decidere per chi sarà al tuo fianco piuttosto che permettere di dirmi che sei stanco...Ecco, esatto, Sanremo è sempre fonte di grande ispirazione...

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lunedì 11 febbraio 2013

Almeno una cosa. Giorno 8 perchè uno l'ho saltato.

Ci sono giorni in cui la strada è in salita. Anzi, ci sono giorni in cui i momenti del giorno in cui devi affrontare la salita sono più numerosi che negli altri giorni.
Niente di inaffrontabile, c'è di peggio, e sai che lassù ci devi arrivare e che ogni tanto sarà bello sbirciare il panorama. Ma quando hai l'asma ogni gradino è una faticaccia, tanti ti superano, per loro sembra così facile...
Oggi è una bella, bianca, ovattata giornata d'inverno. Di quelle dove si sta bene dietro i vetri a guardare fuori. O a pensare che domani sarebbe bello uscire a fare una passeggiata fino in centro.
Nel giorno della salita e della neve oggi ho almeno indossato i miei bellissimi stivali nuovi, neri, con le borchie, da vera femmina kazzuta.
Forse un paio di babbucce con la testa di Paperino sarebbero state più confacenti, ma mica ci potevo affrontare la salita! E allora vai di borchie e di stivali. E domani è un altro giorno.
PS: caro giorno 7, io e te lo sappiamo che almeno una cosa l'abbiamo pur fatta, ma questo blog sta diventando troppo cuorioso e noi non gliela diciamo. 


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sabato 9 febbraio 2013

Almeno una cosa. Giorno 6

Il bagno nella vasca.
Antiecologico, lo so, ma costa meno di uno psicologo e ne svolge egregiamente la funzione. Silenzio, calore, letture, relax.
Questo non è semplicemente lavarsi, è dedicarsi alla meditazione.

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venerdì 8 febbraio 2013

Almeno una cosa. Giorno 5

Il pollo fritto e le altre sfiziosità a buffet del pranzo al Caffè Concerto.
Della serie quelli che niente che ci faccia mai passare l'appetito.
Quelli che meglio un fritto oggi e un senso di colpa domani.
Quelli che mangiamoci sopra.
Quelli che però una porzioncina di verdura tra un cotechino e una patata al forno non si nega a nessuno.
Quelli che se poi si va a pranzo al Caffè Concerto, con la mamma (e paga lei!) e c'è pure il sole, allora queste non sono almeno una cosa ma tante cose insieme e forse vuol dire che questo giochetto lo sto prendendo davvero sul serio.

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giovedì 7 febbraio 2013

Almeno una cosa. Giorno 4

Dormire 10 ore in un giorno feriale.
Pensare che sono proprio fortunata a poterlo fare di tanto in tanto e che tutto sommato questo è un vantaggio del mio bislacco lavoro.
E svegliarsi con un motivetto in testa...
Penso che svegliarsi alla mattina
sia una cosa eccezionale
Penso che dormire fino a tardi
sia altrettanto straordinario
E anche che... 

Puntini puntini puntini;)

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mercoledì 6 febbraio 2013

Almeno una cosa. Giorno 3

 La colazione al bar, anzi nel mio bar preferito, perchè di per sè non sono fanatica della colazione al bar. Ma questo bar è diverso. Non hanno le solite anonime pastine di cartone, ma una gran varietà di sfiziosità dolci e salate tutte autoprodotte e tutte buonissime!
A proposito, per chi è di Modena: via Manfredo Fanti 105, di fronte all'ex Carighein. Zona non certo autopromozionale, ma varcate la soglia...e ci tornerete!
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martedì 5 febbraio 2013

Almeno una cosa. Giorno 2

La donna delle pulizie! E questa volta non sono io. E alle zampate e ai peli dei miei gatti oggi ci pensa la mia Cenerentola personale.
Vetri lustri, generazioni di ragni sfrattate dalle loro ragnatele, pulizia persino in mezzo ai termosifoni. Un lusso che non mi ero mai concessa. Brividi che la mia casa non aveva mai provato.

 
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lunedì 4 febbraio 2013

Almeno una cosa. Giorno 1

Blog ad personam. Oggi inauguro una sezione ad uso totalmente personale del mio blog.
Pochi grammi di benessere, secondo un regime quotidiano ferreo.
La regola è questa: ogni giorno a partire da oggi devo fare almeno una cosa che porti positività nella giornata. Poche pretese, niente di eclatante. Ma pochi grammi al giorno chissà che non arrivino ad una grammatura di tutto rispetto.
Comincio così. Questa sera ho acceso le ex luci di natale. Quando ho rintanato gli addobbi dopo le feste le ho lasciate e ho fatto bene. E questa sera le illumino tutte per me.

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domenica 3 febbraio 2013

Torno subito

Non potevi che essere un lungo giorno di pioggia, caro il mio 2 febbraio 2013.
Un cielo limpido e un sole sfacciato sarebbero stati una sgradita impertinenza, oggi. Ti ringrazio invece per avermi accompagnata con il ticchettio incessante delle mille gocce di pioggia che ancora non smettono di saltellare.
Oggi è il giorno in cui ho imparato che se piove e hai le scarpe bucate i piedi te li bagni e non c'è niente di più goffo che fingere di averli asciutti. In passato l'ho fatto e sono stata così brava a propagandare la confortevole condizione dei miei piedi che ho finito per crederci anch'io, tanto che nemmeno nel chiuso di casa mi sono mai veramente concessa di appendere i calzettoni fradici vicino al caminetto.
Oggi è il giorno in cui ho imparato che non è facile chiedere alle persone con cui stavi amabilmente passeggiando di fermarsi un momento; è imbarazzante ammettere "ho le scarpe bucate e un gran freddo ai piedi". Ma ho imparato che pensare di farlo è molto più difficile che farlo davvero. Ho imparato che quando lo fai le persone si ricordano di quando anche loro hanno avuto le scarpe bucate e volentieri si fermano e aspettano. Tutte anzi ti darebbero le loro di scarpe, se potessero, ma non si può: ognuno ha le sue e deve imparare a rattopparsele. Ma sapere che tutti hanno delle scarpe da rattoppare e che se ti tremano i piedi e il passo non è sicuro come un tempo c'è chi saprà sorreggerti, o semplicemente allungarti una mano o anche solo rallentare o suggerirti un buon calzolaio, questo è un piccolo grande conforto.
Oggi è il giorno in cui ho imparato che giunti a casa i calzettoni bagnati è meglio appenderli subito al caminetto. Continuando ostinatamente a portarli vengono solo i reumatismi, che dalla punta delle dita è un attimo che arrivano su fino alla schiena e senza neanche accorgertene cammini tutto gobbo. A riparare le scarpe ci vuole tempo e perizia, ma è meglio pensarci coi piedi al calduccio.
Oggi è il giorno delle mie scarpe bucate e dei calzini fradici. Non starò a far finta di avere il passo infallibile del bersagliere. Per ora no. Ma appendo il cartello all'ingresso e so che là fuori tanti compagni di viaggio sapranno aspettare.

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