Io le dissi ridendo -Ma signora Aquilone, non le sembra un po' idiota questa sua occupazione?
Lei mi prese la mano e mi disse -Chissà? Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà.

mercoledì 19 marzo 2014

Latinorum e piume di struzzo



Seguo da qualche tempo la vicenda dell'assemblea d'Istituto sul tema della transessualità richiesta dagli studenti della scuola che ho frequentato anch'io, il liceo classico Muratori.
Fissata, saltata, rimandata, saltata di nuovo, rimandata di nuovo. Un manipolo di genitori si è strenuamente opposto e, per il momento, ha vinto la propria battaglia. 
I genitori agguerriti chiedono "un contradditorio". A che cosa? Non mi risulta che l'orientamento sessuale sia una tesi. Dunque mi chiedo: cosa si dovrebbe contraddire? Magari le piume di struzzo e le paillettes. O l'opportunità di un tacco 12 con un 48 di piede. Propongo dunque di invitare Carla Gozzi e di chiuderla qua.

Gli studenti hanno scioperato contro l'annullamento dell'assemblea. Immagino di ringiovanire di vent'anni, mi immagino di nuovo a scuola, e penso che se prima di questa singolar tenzone l'argomento avesse solo sfiorato il mio interesse, dopo tutta la bagarre di questi giorni mi sarebbe preso lo sfizio di affrontare Cicerone con un bel paio di mustacchi posticci e una corona arcobaleno.
Non ho pià 15 anni ahimè ma idealmente, ragazzi, sono con voi.

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giovedì 6 marzo 2014

E non c'è niente da capire...

Un'opera d'arte è una forma di corteggiamento verso lo spettatore. Corteggiatori ce ne sono di vario genere. C'è quello ruffiano. Prendi una Roma ammaliatrice e struggente, condisci con un attore superbo che ti vale da solo un Oscar, aggiungi suggestioni da "Dolce vita" dei tempi moderni, l'infinita vanità del tutto sparsa qua e là, vai di shaker e servi con abbondante ghiaccio...et voilà, americana o tedesca stesa in un lampo, ed è fatta.
La Signora Aquilone però è italiana. Buone, ottime, le premesse, si prefigurano fuochi artificiali. Che tuttavia non arrivano.
E il corteggiatore maliardo, tanto seducente, curato, abile conversatore, finisce per deludere le aspettative,avviluppandosi in un languido e reiterato autocompiacimento. La Signora si porta a casa l'impressione di un uomo colto e ben vestito, ma sostanzialmente innamorato di se stesso, logorroico e autoriferito.
Voto: 6. Onore al merito di aver confezionato un bel prodotto, che ha portato plauso all'Italia. Ma i capolavori sono altro.
Aggiungo due note positive insospettabili. La Ferilli, tragica e decadente. E Serena Grandi, tragica e decaduta. Perfette nei loro personaggi. 

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