Io le dissi ridendo -Ma signora Aquilone, non le sembra un po' idiota questa sua occupazione?
Lei mi prese la mano e mi disse -Chissà? Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà.

mercoledì 26 novembre 2014

GHI...il riciclo continua



G di GORGONZOLA
Ovvio il risotto (buono). Altrimenti un aperitivo (adoro). Mescolate il gorgonzola con un formaggio più delicato, o, in assenza, con un goccio di latte. Prendete una bella mela rossa come quella sopra descritta, croccante e acidula: tagliatela a cubetti senza sbucciarla e bagnatela con succo di limone. Componete dei crostini con fette di pane tostato, rigorosamente avanzato, crema di gorgonzola, pezzetti di mele e se ce l’avete un po’ di noci/pinoli tostati.

H di HAMBURGER ovvero come farli senza andare al fast food
Li ho fatti tante volte e danno una grande soddisfazione. Basta dotarsi di buon macinato di manzo, aggiungere qualche cucchiaio di parmigiano, sale, pepe, erbe aromatiche a piacere…io aggiungo anche qualche goccia di worcester e tabasco. Un buon metodo per avere una forma regolare è mettere una pallina di questo composto dentro uno schiacciapatate, fra due dischi di carta forno.
E siccome di carne ne mangiamo anche troppa, provate anche il veg-burger! Io al posto della carne uso di solito melanzana o comunque una verdura bollita (o meglio, cotta nelle buste da microonde), schiacciata insieme a un legume, perfetti i ceci. Ci andrà un po’ più di parmigiano o pangrattato, perché il composto resta più acquoso. Volendo si può aggiungere un uovo per legare meglio.

I di INSALATA
Ebbene sì, spesso compro l’insalata in busta. Lo so, non si fa. Ma sebbene mi avventuri volentieri in piatti anche piuttosto laboriosi e complicati, sono molto pigra quando si tratta di lavare l’insalata; inoltre, non amandola particolarmente, le buste di insalata mista me la fanno apparire meno sconfortante.
Avete presente una busta di quelle, prossime alla data di scadenza, anzi anche a scadenza superata di qualche giorno, quando l’insalata assomiglia ormai più ad un’alga…? Ecco, quella! Non cestinatela, cuocetela! Pochi minuti, qualche spezia, e diventa un contorno simpatico per una triste fettina di pollo alla griglia.

 

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mercoledì 19 novembre 2014

DEF (che non è l'abbreviazione di un insulto)...il riciclo continua

Segue dalla puntata precedente:

D di DADINI DI FORMAGGI (ovvero resti di formaggi a pasta dura)

PATACROCCHE CON SORPRESA
Si tratta di crocchette un po’ estrose e supergolose.
Lessate 300 g di patate sbucciate (io uso i sacchetti da microonde, 8 minuti), schiacchiatele in una ciotola e aggiungete sale, pepe, noce moscata, parmigiano, 1 tuorlo, mezzo cucchiaio di maizena. Fate delle palline e inglobate al loro interno la sorpresa di formaggio.
Passate le palline nella farina, poi nell’uomo sbattuto, poi in cosette tipo semi di sesamo, di papavero, filetti di mandorle e friggete.

E + F di ERBA CIPOLLINA + FINOCCHI (gambi e barbe compresi)

SINGLE SALAD
Il nome si deve al fatto che era il pasto tipico del mio ultimo periodo di vita da single. Leggero, rapido, depurativo, sfizioso.
Va da sé che se disponete di finocchi interi tanto meglio: tagliateli a fette sottili ma tritate fini fini anche gambi e barbe. Siete autorizzati a togliere i filamenti dei gambi con un pelapatate ma il resto si mangia ed è buono! Se non avete i finocchi interi date volume al vostro piatto con un po’ di insalata, meglio valeriana e/o rucola. Unite i fagioli (per me i migliori sono quelli rossi, ma non starei a fare del razzismo coi legumi) e il tocco di classe: tocchetti di mela verde o anche rossa, ma una qualità con polpa bella croccante e acidula, rigorosamente non sbucciata. Ci sta che è una meraviglia. Tagliuzzate l’erba cipollina e condite con sale, una bella macinata di pepe, aceto (meglio di mele) e olio. 
I finocchi in insalata sono splendidi: trovate un'altra ricetta qui.



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lunedì 17 novembre 2014

Piccoli cannibali crescono

Come dire: Totò, Peppino e la malafemmena.
Lei, la malafemmena, è una casalinga di 37 anni, quattro figli, un marito molto religioso, una casa isolata nella nebbia delle campagne astigiane. Ah, è morta. Hanno trovato il corpo in un canale mesi dopo la sua scomparsa. Uccisa, probabilmente. Unico indagato è il marito, il padre dei suddetti quattro figli.
Dai lontani tempi di Telefono giallo, quando ero poco più che una bimbetta, sono un'appassionata spettatrice di programmi dedicati ai fatti di cronaca e di approfondimento giudiziario: nella prossima vita credo che mi arruolerò nei RIS. In attesa della reincarnazione, osservo.
E forse ci dovrebbe essere un limite. Indagini, certo; curiosità, normale; insistenza, va bene.
Ma fino a che punto e per dire cosa? Cosa possono apportare le pubbliche interviste di uomini che forse hanno chattato con la vittima, ex fidanzati delle medie, magari amanti, magari semplici complici di un quarto d'ora di evasione, tutti forniti di alibi e dunque non coinvolti nelle indagini?
Ditecelo: scardinare quel privato retrobottega vi serve a raggranellare qualche punto di share. Perchè una casalinga disperata che tra una messa e un bigodino si trasforma in una ninfomane è qualcosa di troppo ghiotto per lasciarselo sfuggire. Poco importa se probabilmente non è stato così, poco importa se non riguarda le indagini, poco importa se la malafemmena ha quattro figli, due genitori, forse anche un marito, che hanno il diritto di piangerla come si piangono i propri cari, tutti "buonanima" e "persone speciali".
Tanta indignazione hanno suscitato, giustamente, le immagini delle oche barbaramente spennate per farci un piumino griffato. E anche chi non vive nel mondo dei sogni e capisce la logica del profitto oggi dice che dovrebbe esserci una regolamentazione e che la suddetta griffe dovrebbe ridurre i margini di guadagno per assicurare un trattamento più dignitoso a quegli animali.
Ecco, appunto. 
 
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giovedì 13 novembre 2014

30 ergo sum

Ritratto semiserio di una trentenne prototipica.

Sposata.
Col fidanzato storico, con l'ultimo arrivato, col vicino di casa, col cugino, con quello che anagraficamente potrebbe essere tuo nonno. Un catetere val bene una messa. L'importante è convolare a giuste nozze. Perchè è ora, perchè oramai, perchè se non ora quando
Con figli.
Voluti. Prima che sia troppo tardi. Perchè dai 30 in su è tutto un "allora non ne fai???". Arrivati quando forse aperitivi, discoteche e sbronze iniziavano ad annoiarti o le tue amiche, ad una ad una, cadevano nella spirale "30 ergo sum". E quando i figli arrivano, a quel punto sei tutta per loro. Testa, tempo e tette; interminabilmente, inesorabilmente, esclusivamente per loro.    
In carriera.
Hai studiato. Ti sei specializzata, qualificata, professionalizzata. Prima eri troppo giovane, senza esperienza, senza titoli; adesso di titoli ne hai troppi, pretese anche, e sei in emergenza orologio biologico galoppante (vedi, la voce di cui sopra). Ma forse, dopo dieci anni di lavoro sottopagato senza contratto, hai agguantato un contratto per un lavoro, pur sempre sottopagato e/o per il quale si aspettano che tu sia un rambo in gonnella (12 ore al giorno, zero pippe, e magari resta zitella grazie), ma hai finalmente un contratto.
Devota della casa.
Lavatrici a giorni alterni, pulizie il sabato, stiro e ammiro la domenica. Tinte pastello, linee moderne, bimby e kitchenaid per quei manicaretti che nessuno gusterà, perchè voi siete a dieta e gli amici non li chiami perchè la casa è in disordine oppure non li chiami perchè è troppo in ordine per essere messa nuovamente in disordine.   
Stanca.
Marito, figli, lavoro, casa. Il corso di pilates, se riesci a concedertelo. Tutto al top e, mi raccomando, che il maschio alfa non si affatichi troppo e non rinunci al calcetto! Risultato: sei stanca. Mentre lui esce con gli amici di sempre, tu hai le occhiaie di sempre e quando i pupi finalmente dormono guardi Quarto grado e ne approfitti per stirare, perchè domenica scorsa hai saltato il turno di stiro per la cresima del cugino Tommaso e domani si pranza dai suoceri (maledetti appuntamenti mondani!).


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mercoledì 12 novembre 2014

Ecochef...l'ABC del riciclo

Qualche giorno fa, mentre mi documentavo per realizzare un progetto per le scuole contro lo spreco, sono incappata su un dato che mi ha lasciata sbalordita: ogni famiglia italiana butta via ogni anno quasi 500 euro di cibo ancora commestibile. Sono tonnellate di cibo buono che passa dal piatto al cassonetto, pagato due volte: per comprarlo e per smaltirlo.
Ho pensato allora di fare la mia parte, divertendomi a comporre una specie di "alfabeto del riciclo in cucina": un'idea per ogni lettera dell'alfabeto, tutte da me rigorosamente sperimentate. Alcune inventate da me, altre personalizzate, altre "rubate" qua e là. Perchè in cucina, se si sta attenti alla spesa, non si butta via niente.
Comincio proprio dall'ABC.... 

A di ALBUMI
STRACCIATELLA
E’ una minestra povera, ma molto gustosa, utile a recuperare gli albumi avanzati magari dalla preparazione di un dolce, senza avventurarsi nelle meringhe (che pure sono meno complicate di quel che sembra).
Vi servono: brodo (più è sano e buono e meglio è), 2 albumi per ogni commensale, 2 cucchiaini di parmigiano grattugiato (uno per ogni albume), noce moscata, sale e pepe. Basta sbattere un poco gli albumi e aggiungere i formaggi e le spezie.
Versate gli albumi nel brodo bollente e mescolate con una frusta facendolo “stracciare”. Servite ben calda.

B di BISCOTTI SECCHI
QUADROTTI DEL RICICLO
Questa l’ho rubata alla Parodi (n.d.r. non è una chef, a volte è un po’ approssimativa ma a me piace). E’ una buona idea, valida anche per utilizzare il cioccolato avanzato dalle uova di pasqua.
Vi servono: 250 g biscotti secchi, 150 g farina di cocco, 100 g zucchero, 300 g cioccolato (possibilmente fondente), un po’ d’acqua.
Sciogliete il cioccolato, frullate i biscotti insieme alla farina di cocco, allo zucchero e a un goccetto d’acqua. Versate questo impasto sulla placca del forno, distribuitela in modo omogeneo e ricopritela col cioccolato fuso. Fate raffreddare qualche ora in frigo…(et voilà! Non serve neanche il forno)

C di CAVOLFIORE
UNA VERA…CAVOLATA
Questa ricetta è nata per caso e senza alcuna fiducia, ma è venuta fuori una sorprendente delizia. Mettere in acqua fredda il cavolfiore lavato e fatto a cimette e una cipolla. Quando bolle aggiungere il sale e lessare. Frullare il tutto, aggiungere il pepe e un dito di panna, lasciando cuocere ancora una decina di minuti. Se ce l’avete mettete anche a metà cottura una crosta di parmigiano. Servire con un po’ di erba cipollina tritata.



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